domenica 25 novembre 2012

"Lei si chiamava pulitica (dalle mie parti quando la fai prende la ‘u’)"

Io lo dico chiaramente. Non avevo nessuna intenzione di andare a votare per le primarie del PD. Che poi, mi sta pure un po' sulle scatole il PD, con questa sottospecie di coalizione che vuole piacere a tutti e finisce per non contentare nessuno. L'ultima volta non l'ho votato, il PD. Ho votato un partituncolo di sinistra, la sinistra dura-e-pura, sapendo che avrebbero avuto una percentuale ridicola (e sì, perché c'è più di un partituncolo di sinistra-dura-e-pura. D'altra parte l'Italia è NOTORIAMENTE un Paese a sinistra, non è mai difficile racimolare voti. BAZINGA).

Invece poi è emerso il mio senso di responsabilità civile. E sono andata, e ho votato (e portiamo un po' di aria fresca e una minigonna in queste sedi di partito vecchie, noiose e surriscaldate - no, seriamente, ma abbassare il riscaldamento no? Che ve la menate tanto con l'ambiente e poi inquinate e scialate in tutta tranquillità?), e ho pure versato l'obolo di due euro. E ho fatto quella che potrebbe essere una scelta scontata (questa cosa per cui se sei donna sei femminista, e se sei un medico donna finirai per diventare un'ostetrica, o almeno così dice il dr. Kelso).

E poi ho trovato questo video.


Ormai è tardi per fare propaganda di voto, e sinceramente non mi interessa neppure.

E non ti voto perché tu vinca, lo so benissimo che non vinci, Laura! Però so che dopo che sono finite le primarie, e il gioco delle figurine è finito... c'è un sacco di lavoro da fare.

domenica 18 novembre 2012

aMUSEd

Era il dicembre del 2006. Ero all'ultimo anno di Liceo, e andavo per la prima volta a un concerto in grande stile, un concerto serio, del mio gruppo preferito. I Muse. Era uscito da qualche mese Black Holes & Revelations, e già c'era chi storceva il naso, che "I Muse adesso sono troppo commerciali".

Io non sono una fan della prima ora, avevo quindici anni quando mi passarono Absolution. I Muse piacevano molto a quello che sarebbe diventato il mio (ex) migliore amico, io prima non li avevo mai  sentiti. Mi ricordo che avevo masterizzato il CD e che in effetti, come da pronostico, mi era piaciuto subito. Soprattutto l'Intro di batteria che esplodeva in Apocalypse Please. E Stockholm Syndrome e Butterflies & Hurricanes, oltre ovviamente a Time Is Running Out (che era anche l'unica canzone che conoscevano un po' tutti). Ma la mia preferita era (ed è) senza dubbio Hysteria (mi ricordo un fumetto fatto con S. un paio di anni dopo: Mettiu cantava "Give me your heart and your souuuul" in tono disperato e io e lei gli porgevamo i nostri: "Per te!" - sì, veri e propri deliri adolescenziali).


Showbiz e Origin of Symmetry li ho ascoltati dopo, e forse sarà per questo che non capisco (limite mio eh) quelli che dicono con spocchia "solo quelli erano i veri Muse" (perché, dopo sono stati sostituiti da cloni, tipo Paul Mc Cartney? Eppure ho controllato, il tipo sulla copertina di Absolution ha le scarpe, giuro!). Sono comunque due album straordinari, basti dire che in Showbiz c'è Unintended (che già da sola sarebbe bastata - è struggente senza averne l'aria e parla d'amore senza tirare in ballo il cuore. E invece no, c'è una track list che parte con Sunburn e Muscle Museum. E c'è Uno. E Showbiz, accidenti! Insomma, mi fermo qui), e che Origin of Symmetry si apre con New Born, Bliss e Space Dementia (e c'è Plug in Baby, e Feeling Good!). (Giusto per completare la critica: fra OOS e Absolution Mett & soci trovano il tempo di fare un terzo album, Hullabaloo, che è in assoluto quello che conosco peggio di tutti, e quindi non mi dilungherò a parlarne. In generale, comunque, per i primi tre album faccio più fatica a collegare il titolo alla canzone stessa, e per elencarli tutti con charme come ho appena fatto, me li sono ovviamente andati a riguardare su muse.mu).

Quando uscì Black Holes & Revelations ne imparai invece ogni singola canzone. C'era Supermassive Black Hole che non c'entrava una cippa col resto, io e i miei amici ascoltavamo il singolo e non si capiva perché avessero scritto una cosa del genere. A me, dopo lo sconcerto inziale, piaceva, soprattutto perché mi sono sempre divertita a disattendere le aspettative prevedibili della gente, e immaginavo che fosse lo stesso per il trio inglese. Di quell'album avevo adorato Starlight e Invincible al primo ascolto, erano così romantiche (ma non sdolcinate) e perfette da citare sulla Smemoranda ("Let's conspire to ignite all the cells that would die just to feel alive" e "And tonight we can truly say together we're invincible"). E poi Map of the Problematique, Exo-Politcs (ma anche Take a Bow), e City of Delusion. E Knights of Cydonia, la cavalcata tamarra e apocalittica da cantare a squarciagola con aria da sputasentenze ("Don't waste your time or time will waste you") e la rabbia giusta per cambiare il mondo ("You and I must fight for our rights, you and I must fight to survive"). Sì, vabbè, che volete, era il 2006, avevo diciotto anni ed era il mio primo concerto.

The Resistance uscì, almeno così mi pareva, SECOLI dopo. Ed era ridondante, sinfonico, drammatico, colto, pestato. Di The Resistance mi ricordo United States of Eurasia fatta uscire come singolo un minuto alla volta in una sorta di caccia al tesoro mondiale. E mi ricordo che le prime a piacermi erano state Uprising (la canticchiavo alla mia laurea, per darmi forza. Probabilmente sembravo una psicopatica: "They will not control us, we will be victorious") e Resistance. La traccia assurda era questa volta Undisclosed Desires, ma davvero assurda, per la serie "no questa non mi piacerà mai": dopo qualche ascolto, mi sorprendevo a sculettare sull'intro, e a canticchiarla sotto la doccia. E poi, MK Ultra, e I Belong To You ("verse-moi l'ivresse"). E Guiding Light, e Unnatural Selection. Insomma, tutto, compresa l'Exogenesis Symphony, che inizialmente trovavo troppo cervellotica (comunque, qui se volete piangere). Eppure nel 2010, nonostante venissero a Milano, avevo deciso di non andare al concerto ("ma no, è troppo caro! Dove sono i prezzi student-friendly? Col cavolo che gli dò tutti questi soldi!"). Ovviamente me ne sono amaramente pentita.

Ho dovuto aspettare altri tre anni, ma questa volta non avevo la minima intenzione di rinunciare al concerto, anche a costo di andarci da sola (eventualità che, mi sembra superfluo dirlo, non si è verificata). A Giugno c'era la possibilità per noi, eletti fan iscritti al sito, di acquistare biglietti in prevendita: eccerto che sfrutto la possibilità di accaparrarmi un posto! E tutto questo prima ancora di aver ascoltato l'ultimo album.

Yep, I was there, bitches. Tutte le foto sono state fatte con infinito amore e sapienza da S.

L'ultimo album, ovvero The 2nd Law, che come ormai tutti sanno non allude alle tavole di Mosè, regoledegliamici o perversioni strane, ma al secondo principio della termodinamica. In The 2nd Law le paranoie raggiungono alti livelli di isterismo (Animals), si riesumano ballads già sentite (Explorers) che però continuano a piacermi, e si istigano i detrattori al linciaggio. Si fa cantare Chris (Save me e Liquid state). Ce la si mena con l'inno delle Olimpiadi ("Yes, I'm gonna wiiiiin!"). Soprattutto, si cambia continuamente. L'overture di Supremacy, che è un'essenza di puri Muse (complottismi, rivolta, pare mentali). Madness, il singolo che ammicca alla dubstep, tipico loro nel suo essere totalmente atipico (ma aspettate la fine dell'album prima di parlare). Il funky di Panic Station, che al primo ascolto mi ha fatto dire "ma cos'è questa roba?!". E poi di nuovo un Prelude strumentale che è praticamente Chopin (ma se vogliamo parlare di tracce strumentali, parliamo dell'ultima, Isolated System). E così via fino all'assurda Unsustainable. Tipo che se me l'avessero fatta ascoltare ai tempi di Absolution non avrei mai e poi mai detto che era loro, probabilmente la me quindicenne avrebbe detto scandalizzata "ma è cooooosì elettronica!". Appunto, ragazzina, è bella per quello.

It's like some kind of madness was taking control

C'è chi sostiene che questo cambiare sia un male. I finto-indie, i poser che, benché pluriventenni, ragionano ancora come quattordicenni che si vestono solo di nero, leggono Sartre senza capirlo e si lamentano di essere gli unici depositari della verità, costoro, dicevo, li odiano per questo. Io egoisticamente e ignorantemente mi dico che a me piacciono, e mi piace che cambino e continuino a cambiare (restando però sempre gli stessi, con gli acuti di Mett, la sofferenza, le facce buffe di Dom, Chris al basso che sogghigna, le canzoni al piano, le manie di perseucizione, le paranoie, la perenne tamarraggine).



*

Comunque, tutto questo preambolo per dire che sì, venerdì 16 novembre ero a Bologna, sei anni dopo il mio primo concerto in grande stile, il primo concerto serio, del mio gruppo preferito. Ero con A., ovviamente (e S., e il loro altissimo amico Pol. Chissà com'è bello ai concerti non dover litigare per la tua porzione di ossigeno, e vedere il palco senza problemi). Inutile dirlo, è stato epico.


Esaltante e commovente e divertente. Scenografico. Coinvolgente (in più di un senso, spintonavo per mantenermi in vita ed avvicinarmi sempre di più al palco). Emozionante. Mettiu zarro come al solito ("che camicia orribile" "è una felpa"), Dom che alla fine appare in tutina aderente blu che sembrava pronto per impersonare un fermento lattico nella pubblicità degli yogurt, e Chris che forse era quello messo meglio, ma che ovviamente non si filava nessuno (povero caro. L'ho sempre preso in giro per essere "quello inutile", ma vedere come tutti seguivano Mettiu e nessuno se lo filava mi è dispiaciuto. Poi l'ho visto ridacchiare neanche tanto sotto i baffi (non è una metafora, purtroppo. Sembrava un narcotrafficante colombiano), e vendicarsi lanciando un'armonica sulla folla).

Che non si dica che ho trascurato il Poverocris. Ecco una foto tutta per lui! (ahah)
(Che poi, è anche abbastanza buffo come ormai i tre siano diventati parte del mio mondo: Mettiu, il Poverocris, Dom con le sue facce buffe e i pantaloni troppo stretti).

Mettiu al piano. Un pianoforte a coda tamarro, con varie lucine che si illuminavano mentre suonava.
Un po' tipo il basso a led di Chris (i bassi a led)
Aprono con Unsustainable, come speravo. E poi continuano alternando le canzoni dell'ultimo album alle altre (Supremacy, e poi Hysteria, Resistance, Supermassive Black Hole), Animals (mio dio che inquietudine il video (sì, nota di redazione, c'era una piramide, inizialmente rovesciata, sospesa sul palco, su cui scorrevano video, immagini, e riprese del concerto)), Explorers e Falling Down e Time Is Running Out (ruggito della folla). E poi ancora Liquid State e Madness (con lo sguardo ammiccante di Mett al di là degli occhiali enormi con il testo sulle lenti), e Follow me che quasi mi commuove ("Follow me, you can trust in me, I will always protect you": se proprio Mettiu doveva riprodursi, meglio che canti questo al figlio, piuttosto che "Paranoia is in bloom". Almeno come ninna nanna). E Undisclosed Desires. E poi vecchie perle come Plug In Baby e New Born. Io che su Uprising mi ricordo della mia laurea e sono piena di voglia di fare e di cambiare e di essere migliore in tutto. La corsa infinita di Isolated System e quella tutta da cantare di Knights of Cydonia. E Starlight, e la chiusa con Survival (e geyser che esplodono a destra e sinistra).


Scrivo di domenica, perché ieri ero troppo esaltata per comporre frasi di senso compiuto. Insomma, sono tornata ggiovane, una ragazzina che si esalta per il suo gruppo preferito (e che si ritrova ad aspettare che i tre escano dall'albergo. Giuro, io, A. e S. non volevamo, non sapevamo. Poi siamo passate di lì, se non ci fossimo fermate l'avrei rimpianto per sempre. Certo che, Chris sei sposato e con prole numerosa e non mi piaci, Mettiu eri il mio grande amore ma ora hai un figlio pure te, Dom, mi resti solo tu, ti prèèègo spòòòsami!)


Ora devo solo convincere i miei che non sto scrivendo la tesi e non mi laureerò in tempo, ma che mi piacerebbe taaaanto avere i loro soldi per poter andare al concerto a Torino a Giugno.

giovedì 8 novembre 2012

La Prova Costume

Ho scoperto che la vera Prova Costume non è né a Giugno né ad Agosto, ma a inizio Novembre.
Altro che dramma delle cosce grosse o dei rotolini di ciccia sui fianchi, di interrogativi sull'intero sgambato, il bikini ridottissimo o quell'abominio che è la sua mutazione transgenica, il trikini.

Perché il problema è quando il costume non è ancora cucito, quando non si capisce come attaccare le maniche, quando la stoffa del mantello non basta (e quindi bisogna fare una sorta di patchwork con quel che si ha), quando, soprattutto, la macchina da cucire (che tu non sai usare) si blocca continuamente. Per fortuna che c'è La Madre a dare una mano.

La vera Prova Costume, poi, è per tutti quelli che girano a torso nudo, per quelle che vogliono fare le slutty-qualcosa (perché per fare la slut devi avere anche il fisico, è inutile), o semplicemente tentano di assomigliare a un disegno.

Sì, sto parlando del Lucca Comics.

Arrivi tardi, mi dirà qualcuno. Lo so, come pure so di essere una nerd imperfetta - e in quanto tale, mi è anche concesso di non essere mai andata a Lucca prima, no?!

Comunque, domenica mi sono divertita tantissimo.
La sera prima ero addirittura emozionata, un po' come da bambina la notte prima di Natale o quella prima di partire per il mare. Quindi, per l'ennesima volta, grazie A. Per essere mie amica, per le fissazioni comuni, per spiegarmi i cosplayer dei manga che non capisco (quasi tutti). E per intrecciarmi i capelli.

Arrivo in Centrale prima dell'alba e già mascherata, il mantello che svolazza e gli stivali che rimbombano, cominciando a canticchiare tum tum, tututum tum, tututuuuum (poi continuerò per tutta la giornata). A Lucca dovrebbe piovere e invece si trattiene, ci fanno foto e io mi sento fichissima, addirittura c'è gente che ci riconosce (cosa non così scontata, noi non siamo mica mainstream), mentre altra confonde A. per una Tully e a me viene detto più volte "Ma He, c'hai il mantello della LaHoste?" ma anche "e He ce fai Hon Huella forHetta?!". Un'anziana coppietta inglese ci chiede perplessa cosa succede, dei locali dall'aria grossa e cattiva ci offrono gentilmente delle caldarroste ("e se c'è su la droga dello stupro?" "troppo tardi, l'ho già mangiata"), io mi convinco una volta di più che devo avere qualche problema perché trovo tutti (o quasi) gli uomini con capelli lunghi/barba decisamente più affascinanti degli altri. Discutiamo con E.&L. dell'opportunità di avere figli a cui imporremo sin da piccoli di mascherarsi (facendoli diventare probabilmente dei perfetti ingegneri con l'amore per i gilet a rombi e i piedi per terra).

Baby Naruto
Un anno fa io e A. avevamo deciso di andare a Lucca insieme nel 2012. Io uscivo dalla lettura di Fullmetal Alchemist, l'idea era di fare Riza e Olivier.

Poi passammo (o meglio, ritornammo) al fantasy medievaleggiante. Era estate, faceva un caldo assurdo, io portavo in giro Emilie a fare la turista per Milano, e mentre lei si esaltava per i negozi, A. dice: "Potremmo fare due personaggi di GoT per Lucca. Mi piacerebbe fare Lyanna" "Bell'idea! Io allora farò Meera Reed", soprattutto perché mi sembrava di avere il physique du role (bassina, pallida, capelli castani e lunghi - non li ho tagliati apposta! -, occhi verdi, piatta. E, in fondo, riesco ancora a farmi passare per ragazzina), e perché credevo che il costume sarebbe stato rapido e veloce da fare. Ma ceeerrrrto! Perché ovviamente il costume sarebbe stato facile da fare, se fossi stata capace di cucire. Ho sbagliato tutto nella vita, dov'ero quando il Buon Dio distribuiva le abilità pratiche?

Sono tornata a casa dopo mezzanotte, con le lenti che mi graffiavano gli occhi, stanca morta (in macchina continuavo ad addormentarmi nonostante lottassi per restare sveglia), canticchiandomi in testa il solito tum tum, tututum tum, tututuuuum, sognando di andare in giro con un mantello anche nella vita vera.

Ieri le mie amiche di uni mi hanno dato della nerd (capitemi, la mia foto profilo su Facebook è stata prontamente sostituita con una nuova: me/Meera sul Trono di Spade!) senza speranza. Probabilmente non era un complimento, ma lo prenderò come tale.

Ladies of North