mercoledì 28 maggio 2014

Fine maggio

Siamo ancora una volta in quel periodo dell'anno. Maggio (quasi giugno), primi soli, primi caldi, il profumo intensissimo e dolciastro dei fiori. Le prime fragole, le prime ciliegie, la prima frutta "allegra". È da sempre il periodo dello "studio matto e disperatissimo": prima la scuola, poi l'università, e anche quest'anno, seguendo un rito antico, mia madre mi ha portato in camera dei fiori in un vaso. "Me li portava sempre la mia mamma in questo periodo, quando dovevo studiare", dice, come dice tutti gli anni. Anche se questa volta io non devo studiare (e forse mi dispiace).


È strano, perché mentre tutto rinasce (e rinascono anche i giorni, più lunghi, più splendidi, con le sere che si stemperano di pomeriggio) finisce l'anno "degli studenti", in attesa dell'inizio delle vacanze. Per me, in quest'anno off school in cui mi stanno succedendo tante cose, è l'inizio di qualcosa, di un lavoro (quasi) vero. Un ufficio, dei vestiti "da grande", pause pranzo e settimane di ferie ad agosto. Un lavoro per me tutto nuovo, in cui mi si chiede di giocare con le parole, di usarle per costruire, per spiegare, in cui se faccio notare che manca uno spazio dopo la parentesi non mi si dà della pedante ma mi fanno i complimenti. Insomma, ne sono contenta.
Questa cosa di prendere tante strade diverse mi piace anche se non mi fa mai stare tranquilla. Di certo destabilizza gli altri (e non posso dire che mi dispiaccia).