Muse, Uprising (The Resistance, 2009)
Paranoia is in bloom,
The PR transmissions will resume
They'll try to push drugs
Keep us all dumbed down and hope that
We will never see the truth around
(So come on!)
Another promise, another scene, another
A package not to keep us trapped in greed
With all the green belts wrapped around our minds
And endless red tape to keep the truth confined
(So come on!)
They will not force us
They will stop degrading us
They will not control us
We will be victorious
Interchanging mind control
Come let the revolution take its toll if you could
Flick the switch and open your third eye, you'd see that
We should never be afraid to die
(So come on!)
Rise up and take the power back, it's time that
The fat cats had a heart attack, you know that
Their time is coming to an end
We have to unify and watch our flag ascend
They will not force us
They will stop degrading us
They will not control us
We will be victorious
Hey .. hey ... hey .. hey!
They will not force us
They will stop degrading us
They will not control us
We will be victorious
Hey .. hey ... hey .. hey!
martedì 30 novembre 2010
They will not control us, we will be victorious
mercoledì 24 novembre 2010
Camera con vista
Secondo il lettore, è fin troppo facile concludere: "Lucy ama il giovane Emerson". Un lettore nei panni di Lucy non lo troverebbe tanto ovvio. È facile far la cronaca della vita, ma è sconcertante interpretarla, e ricorriamo con sollievo ai "nervi" o a qualsiasi altra formuletta adatta a palliare il nostro desiderio personale. Lucy amava Cecil; George la innervosiva; se la sentirebbe il lettore di spiegarle che bisognerebbe invertire i termini delle proposizioni?
Edward Morgan Forster, Camera con vista.
*
Io credo, forse un po' superficialmente, che una delle cose più belle della lettura sia la sorpresa, addirittura lo sgomento, con cui ci rendiamo conto che quel libro sta parlando di noi, e che non ci sono parole più adatte a descriverci di quelle che abbiamo sotto gli occhi.
*
È un pensiero un po' presuntuoso, e molto naive. Ma non riesco a impedirmelo, e ogni volta mi colpisce e mi stupisce il piacere di sentirmi compresa da quell'oggetto rettangolare e spigoloso. Di sapere che tanti anni (o solo qualche ora) fa, qualcuno che non mi conosce affatto abbia fissato con e su materiali tanto labili qualcosa di ineffabile come uno stato d'animo, e che sia stato capace di renderlo indelebile almeno nella mia mente.
*
Sigh.
Edward Morgan Forster, Camera con vista.
*
Io credo, forse un po' superficialmente, che una delle cose più belle della lettura sia la sorpresa, addirittura lo sgomento, con cui ci rendiamo conto che quel libro sta parlando di noi, e che non ci sono parole più adatte a descriverci di quelle che abbiamo sotto gli occhi.
*
È un pensiero un po' presuntuoso, e molto naive. Ma non riesco a impedirmelo, e ogni volta mi colpisce e mi stupisce il piacere di sentirmi compresa da quell'oggetto rettangolare e spigoloso. Di sapere che tanti anni (o solo qualche ora) fa, qualcuno che non mi conosce affatto abbia fissato con e su materiali tanto labili qualcosa di ineffabile come uno stato d'animo, e che sia stato capace di renderlo indelebile almeno nella mia mente.
*
Sigh.
venerdì 12 novembre 2010
Il fatto è che ho riflettuto su questa storia che si diventa vecchi e sono arrivato alla conclusione che vorrei restare esattamente come sono adesso.
David Nicholls, Un giorno.
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lunedì 8 novembre 2010
Carthago
No, non delenda Carthago.
Ho sempre fatto un po' il tifo per Cartagine.
Sarà stato quel giorno di terza liceo, e quella lezione su Polibio di cui io ricordo solo: "Scipione piange vedendo Cartagine distrutta. E piange in greco, cioè citando Omero: 'Verrà un giorno che anche la grande Troia cadrà...' Solo che lui pensa a Roma".
Cartagine doveva essere distrutta, Cartagine era il grande nemico (che poi non si potrà fare altro che rimpiangere), ma Cartagine era la bellezza, la giovinezza e l'amore (e Didone, destinata a un'eternità di pianto e rimpianto?).
Io, sto dalla parte di Cartagine.
Ho sempre fatto un po' il tifo per Cartagine.
Sarà stato quel giorno di terza liceo, e quella lezione su Polibio di cui io ricordo solo: "Scipione piange vedendo Cartagine distrutta. E piange in greco, cioè citando Omero: 'Verrà un giorno che anche la grande Troia cadrà...' Solo che lui pensa a Roma".
Cartagine doveva essere distrutta, Cartagine era il grande nemico (che poi non si potrà fare altro che rimpiangere), ma Cartagine era la bellezza, la giovinezza e l'amore (e Didone, destinata a un'eternità di pianto e rimpianto?).
Io, sto dalla parte di Cartagine.
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venerdì 5 novembre 2010
unintended
Unintended, Muse (1999)
Io non lo so se soffro di una qualche disfunzione per quanto riguarda il tempismo, o semplicemente di una inopportunità latente, che magari ha anche a che vedere con la propensione alla gaffe.
Io so solo che sono "tormentata" da questa canzone ultimamente, dal ricordo di scelte di cui non avevo l'intenzione che si sono rivelate ottime, da un testo che non c'entra nulla con la tristezza della musica.
Eri la mia scelta che non pensavo, mi sono ricreduta, ora invece sono convinta della nostra scelta, del tutto diversa, che però mi rende scorbuticamente malinconica.
*
You could be my unintended
Choice to live my life extended
You could be the one I'll always love
You could be the one who listens
To my deepest inquisitions
You could be the one I'll always love
I'll be there as soon as I can
But i'm busy mending broken
Pieces of the life I had before
First there was the one who challenged
All my dreams and all my balance
She could never be as good as you
You could be my unintended
Choice to live my life extended
You should be the one I'll always love
I'll be there as soon as I can
But I'm busy mending broken
Pieces of the life I had before.
*
Se lo vuoi sapere mi mancano cose che non avrei immaginato, tipo la vecchietta gentile in treno che ci dice "scusate eh, ma devo proprio dirvelo: come siete carini", ridere della tua altezza e delle nostre differenze (perché so che siamo anche tanto simili, e che le cose che ci rendono diversi, anziché allontanarci, ci fanno sentire più vicini), ridere con te e sentirmi/ci invincibile (mentre ora più che Together we're invincible - anche se non ti piacciono i Muse - direi E davvero non siamo più quelli eroi, pronti assieme ad affrontare ogni impresa). Mi manca prenderti per mano, mi mancano le tue mani e le vene sulle braccia, mi manca abbracciarti, mi manca quando ci baciavamo e mi sembrava che non riuscissimo mai a fermarci. Mi manca andare in giro con te a parlare o a stare zitti. Mi manca la musica che c'era con me quando c'eri te, e certe canzoni non so dire quanto e come mi piacciano ancora. Mi manca scriverti le lettere, mi manca farti intenerire e farmi commuovere, e mi mancano persino le piccole gelosie e litigare un po' per scherzo e fare la pace. Mi mancano le cose stupide, mi sento una quattordicenne e mi vengono in mente una festa di capodanno (anzi, due - anzi, tre), vederti prendere la chitarra e sentirti cantare per la prima volta (no, non la prima: ma la prima per me), l'estate di un anno fa, Roma e Firenze e quanti altri posti che ho visto con te?
E poi ci sono le foto che saltano fuori per caso, le cartoline nascoste nei libri, una corona norvegese nel portafoglio, un libro sullo scaffale e un cd in macchina.
Brindare e nuotare e cantare e suonare e mangiare e volare e parlare e saltare e è inutile continuare.
Mi ritrovo a sperare che tu non stia leggendo.
No, non mi vergogno, non ho scritto nulla di segreto o orribile. Te l'ho detto, non voglio continuare così. Non mi mancano le incertezze dell'ultimo periodo, i silenzi troppo vuoti o troppo pieni. Sono malinconica, scorbuticamente malinconica e prolissamente malinconica (pensavo di fermarmi al testo di Unintended, e guarda dove sono ora), ma sto bene e ti voglio bene, e voglio che stiamo bene entrambi.
Io mi tormento i capelli e un po' l'anima, come al solito (avrò fatto bene davvero a mollare piano? non sarebbe stato più semplice trasferirsi a pisa, anche per noi? cosa voglio fare da grande, anzi, cosa voglio essere da grande? voglio essere grande? se potessi far realizzare un mio sogno, il mio sogno più grande ora, cosa sceglierei? sono davvero così dannatamente e cronicamente insicura? cancellerò questo intervento, tutto o in parte? cosa succederà fra un anno? ho commesso qualche errore imperdonabile di cui mi pentirò?).
Io non lo so se soffro di una qualche disfunzione per quanto riguarda il tempismo, o semplicemente di una inopportunità latente, che magari ha anche a che vedere con la propensione alla gaffe.
Io so solo che sono "tormentata" da questa canzone ultimamente, dal ricordo di scelte di cui non avevo l'intenzione che si sono rivelate ottime, da un testo che non c'entra nulla con la tristezza della musica.
Eri la mia scelta che non pensavo, mi sono ricreduta, ora invece sono convinta della nostra scelta, del tutto diversa, che però mi rende scorbuticamente malinconica.
*
You could be my unintended
Choice to live my life extended
You could be the one I'll always love
You could be the one who listens
To my deepest inquisitions
You could be the one I'll always love
I'll be there as soon as I can
But i'm busy mending broken
Pieces of the life I had before
First there was the one who challenged
All my dreams and all my balance
She could never be as good as you
You could be my unintended
Choice to live my life extended
You should be the one I'll always love
I'll be there as soon as I can
But I'm busy mending broken
Pieces of the life I had before.
*
Se lo vuoi sapere mi mancano cose che non avrei immaginato, tipo la vecchietta gentile in treno che ci dice "scusate eh, ma devo proprio dirvelo: come siete carini", ridere della tua altezza e delle nostre differenze (perché so che siamo anche tanto simili, e che le cose che ci rendono diversi, anziché allontanarci, ci fanno sentire più vicini), ridere con te e sentirmi/ci invincibile (mentre ora più che Together we're invincible - anche se non ti piacciono i Muse - direi E davvero non siamo più quelli eroi, pronti assieme ad affrontare ogni impresa). Mi manca prenderti per mano, mi mancano le tue mani e le vene sulle braccia, mi manca abbracciarti, mi manca quando ci baciavamo e mi sembrava che non riuscissimo mai a fermarci. Mi manca andare in giro con te a parlare o a stare zitti. Mi manca la musica che c'era con me quando c'eri te, e certe canzoni non so dire quanto e come mi piacciano ancora. Mi manca scriverti le lettere, mi manca farti intenerire e farmi commuovere, e mi mancano persino le piccole gelosie e litigare un po' per scherzo e fare la pace. Mi mancano le cose stupide, mi sento una quattordicenne e mi vengono in mente una festa di capodanno (anzi, due - anzi, tre), vederti prendere la chitarra e sentirti cantare per la prima volta (no, non la prima: ma la prima per me), l'estate di un anno fa, Roma e Firenze e quanti altri posti che ho visto con te?
E poi ci sono le foto che saltano fuori per caso, le cartoline nascoste nei libri, una corona norvegese nel portafoglio, un libro sullo scaffale e un cd in macchina.
Brindare e nuotare e cantare e suonare e mangiare e volare e parlare e saltare e è inutile continuare.
Mi ritrovo a sperare che tu non stia leggendo.
No, non mi vergogno, non ho scritto nulla di segreto o orribile. Te l'ho detto, non voglio continuare così. Non mi mancano le incertezze dell'ultimo periodo, i silenzi troppo vuoti o troppo pieni. Sono malinconica, scorbuticamente malinconica e prolissamente malinconica (pensavo di fermarmi al testo di Unintended, e guarda dove sono ora), ma sto bene e ti voglio bene, e voglio che stiamo bene entrambi.
Io mi tormento i capelli e un po' l'anima, come al solito (avrò fatto bene davvero a mollare piano? non sarebbe stato più semplice trasferirsi a pisa, anche per noi? cosa voglio fare da grande, anzi, cosa voglio essere da grande? voglio essere grande? se potessi far realizzare un mio sogno, il mio sogno più grande ora, cosa sceglierei? sono davvero così dannatamente e cronicamente insicura? cancellerò questo intervento, tutto o in parte? cosa succederà fra un anno? ho commesso qualche errore imperdonabile di cui mi pentirò?).
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