Ci sono ragazze perfette.
Hanno la pelle liscia e il sorriso bianco, i capelli sempre puliti che più sono disordinati più sono belli.
Fumano come attrici francesi degli anni venti (e la loro voce è solo un po' più roca), bevono birra chiara di scarsa qualità, superalcolici dolcissimi e vino direttamente dalla bottiglia (e non fanno mai la figura delle ronciose; non si ubriacano mai sul serio, e non si rendono mai imbarazzanti).
Hanno sopracciglia già disegnate, e nessun pelo di troppo.
Hanno caviglie sottili, gambe lunghe e neanche un accenno di cellulite o di smagliature. Possono mettersi addosso qualsiasi cosa, e andarsene in giro con quell'aria da nonmeneimportaniente ed essere bellissime e perfette e falso trascurate.
Hanno mani da musicista anche se magari non hanno mai suonato (poi di solito si scopre che sono diplomate al Conservatorio). Che si mettano o no lo smalto, stanno comunque meglio di te. E non hanno pellicine.
Non si tormentano i capelli. Mai. Ci giocano soltanto, e mai per più di dieci secondi a serata.
Camminano leggere su all star o ballerine, ma quando si infilano i tacchi sembra che non abbiano fatto altro che andarci in giro per tutta la vita.
Sono sempre carine nelle foto. In t u t t e. Nelle foto in posa non sembrano deficienti, in quelle rubate non hanno espressioni da idiota. Quando fanno una faccia buffa, sono buffe. E carine.
Non hanno mai le guance troppo rosse, il viso troppo largo. Non hanno mai l'insalata tra i denti. Hanno il naso sottile e senza punti neri. Sono pallide come se si passassero la cipria, poi un giorno prendono il sole per caso, e sono ambrate e uniformemente abbronzate per tutta la stagione.
Non hanno bisogno di truccarsi. Poi lo fanno, a volte, e non lo sono mai troppo o troppo poco. Anche con i vestiti, con i discorsi e gli accessori e le sigarette e le telefonate e le idiozie le battute le smancerie e i bicchieri di vino: non eccedono mai. Né troppo né troppo poco.
Sono sicure di sé (ma non troppo), conoscono un sacco di cose, sanno tutto su certi argomenti assurdi che neanche un'enciclopedia, ma non sono mai saccenti o saputelle o noiose.
Sono intelligenti, oltre che belle e simpatiche. Intelligenti sul serio, spiritose sul serio. Non sono di plastica e senz'anima, ridono e piangono e soffrono pure loro, ma al momento giusto e nel posto giusto. E nella giusta misura (non è colpa mia se Orazio col suo modus aveva già capito tutto).
Insomma, sono le Carla Bruni/Kate Middleton/Blair Waldorf della nostra vita.
Alcune hai la fortuna di averle come amiche, e, bè, sono anche maledettamente delle ottime amiche, quindi proprio non riesci a odiarle.
Altre le ammiri da lontano, o le spii (su Facebook o nella vita) se ti attraversano la strada. Senza trovare granché di cui rimproverarle, alla fine. Sono quelle che si trovano al momento giusto al posto giusto, e in quel momento magico non hanno paura, e non si tirano indietro. Come se l'istinto avesse detto loro esattamente cosa fare.
Hanno anche loro qualche difetto, ma, non si sa come, riescono a farlo passare per punto di forza.
Probabilmente non dormono, perché hanno intensa vita sociale, studiano, spesso lavorano pure, hanno ottimi voti agli esami e brillanti risultati nella vita. E leggono un sacco di libri, ascoltano un sacco di musica, vedono un sacco di film. Vanno a mostre e conferenze e manifestazioni e aperitivi e concerti e a teatro e all'opera.
Sono perfette nelle loro imperfezioni, ma non sono solo la perfezione delle imperfezioni. Sono donne di cui ci si innamora, e sono donne che sanno cosa vogliono e come averla (mentre il volgo passa la vita a chiedersi cos'è che vuole).
Sono sicure e tranquille, e mai noiose.
La grande domanda è: come fanno.
A sapere sempre cosa fare, cosa dire. Ad apparire semplici ma giuste. A riuscirci, in quel che vogliono, quando lo vogliono. A togliere ogni altra pretesa ed eliminare ogni altra convinzione con la loro presenza.
La risposta ovviamente non c'è, sennò non saremmo qui in questo momento, io a scrivere e voi a immedesimarvi (a meno che non siate voi le ragazze perfette di cui sopra). Per fortuna, in tutto questo, c'è almeno maggio.