lunedì 18 marzo 2013

Perplessità e fastidio (e soddisfazioni ed esaltazioni)

Fra cinque giorni si sposa una mia amica del liceo. Eravamo piuttosto unite ai tempi, e anche se ormai non la vedo (né sento) da almeno un paio d'anni, mi è comunque arrivato l'invito per il dopo matrimonio. Su Facebook. Una settimana fa. Quindi ho due opzioni davanti a me: andare (convincendo le mie amiche poco propense) ed esordire con un oh ma ciao che mi racconti di bello? Beh ti sei sposata vedo, congratulazioni... e poi?, oppure non andare, facendo un po' la cafona ma salvandomi il sabato sera. (Che poi, ci sono due cose belle delle feste di matrimonio: l'open bar - o nell'alternativa, mangiebevi a volontà - e i vestiti. E tu, che sei la prima a sposarsi, che dai il via a un decennio di sofferenze e cerimonie e lanci del bouquet e abiti da sposa noiosi e tacchi alti e tartine e marce nuziali e chiesaocomune? e partecipazioni e bomboniere e liste nozze, TU organizzi un after party in un circolo arci. Ingresso solo con tessera, e bevande a prezzo politico. Quindi, niente vestiti fighi, e niente open bar) (come ci si veste per un matrimonio del genere?)

Pensiamo alle cose belle. La tesi consegnata, la voglia di vacanze, le infinite (o nulle) possibilità. Venerdì andare a Torino a vedere gli i.i. e Morgane, un pezzo di Erasmus in terra italiana (e prendere tanto, tantissimo freddo). E poi una bella mail ricevuta, e un bel libro da leggere in pace, e reindossare il costume di Meera, e l'Oscura Torta alla Guinness finalmente sperimentata (e mangiata).

Epperò questo è anche un post di fastidio. Non sono mai stata quella che attira le attenzioni dei ragazzi, quella per cui un tipo sconosciuto attraversa la sala o offre da bere o porta borse pesanti, né mi posso immedesimare con Rossella O'Hara che flirtava a decine alla volta, e grazie a dio, perché risulterei estremamente incapace. Non conosco l'infinita serie di mossette, di no che vogliono dire sì, di sorrisini allusivi che però non si spingono mai troppo in là. Le invidio moltissimo, queste ragazze che sanno sempre cosa dire e cosa fare, e che comunque vada risultano sempre adorabili. E nel contempo non capisco perché TU, amica mia che ci conosciamo dalla prima elementare che che hai tanti difetti che non mi impediscono di volerti bene, debba giocare così con un poveraccio che non ha altra colpa se non provarci con te. Non capisco il perché della tempesta di messaggini adolescenziali, di emoticon che fanno l'occhiolino, di risatine, di finte lamentele sulla falsariga del tumitrascuri, del sìvorreiuscireconteperòsaièunmomentodifficile, a meno che non si rientri nell'odiosa categoria del "farla annusare ma non darla", che fino a questo momento pensavo fosse mitologica o quasi.

In tutto questo, domani ho il mio Primo Vero Colloquio (fuffa) per uno stage (fuffa), quindi a sto punto chissene delle pare adolescenziali altrui, e anche di come vestirsi per un matrimonio all'arci, ho cose più serie a cui pensare (davvero?!).

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