domenica 27 marzo 2011

I hope she gives you herpes

Io rispetto moltissimo il suo amore sbagliato, perché è proprio alla sua età che si è capaci di sentimenti assoluti e difficili, che fanno inutilmente male. Sa perché le dico sbagliato? Perché lo so: tutte abbiamo amato un uomo per il solo fatto che sapeva farci soffrire, e facendoci soffrire pareva grande e misterioso. Quando ne uscirà, si renderà conto di una cosa semplice e le chiedo scusa se glielo dico brutalmente: quell'uomo non vale nulla, sa di tenerla in pugno e di intristirle la vita, ma si sente giustamente molto meno di lei, quindi si vendica tormentandola, intervenendo nella sua vita, parlandole di un'altra.

Natalia Aspesi, Questioni di cuore (su il Venerdì de La Repubblica, 18 marzo 2011)

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Ammettetelo: la posta del cuore è sempre una delle rubriche più interessanti di una rivista. Quella di Natalia Aspesi sul Venerdì, però, è speciale. Tanto per cominciare non è banale né scontata, ed è l'unica di cui leggo più volentieri le risposte delle lettere. La Aspesi è sempre ironica, per nulla falsamente consolatoria, e sa mescolare abilmente un po' di sano "terra-a-terra", comprensione (quando meritata), arguzia e un po' di acidità.

Le frasi a inizio del post mi hanno particolarmente colpito perché anche la settimana prima aveva detto qualcosa di molto simile: ci ostiniamo a considerare l'uomo della nostra vita quello che ci snobba, e proprio perché ci ha detto di no (autolesionismo o volontà inconscia di crearsi un modello ideale che non si autodistrugga perché non arriverà mai alla prova della realtà, lei non lo dice).

Ma sono/siamo (non faccio l'ipocrita e mi metto anche io nel conto, non fate finta di niente e fatelo anche voi) così tante quelle che abbiamo amato un uomo per il solo fatto che sapeva farci soffrire, e facendoci soffrire pareva grande e misterioso?

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Ma poi cosa c'è nell'aria? La primavera sta facendo sconvolgere gli ormoni di tutti, riportandoci ai più bassi istinti animaleschi? Solo in questo fine settimana ho sentito di ragazzi, anzi, di stupidimaschi (non esiste altra definizione possibile) così idioti uni e così vermi altri da farmi ricredere su certe mie conoscenze passate. Alla faccia dei (finto)-tormentati-indecisi-infantili, certa gente fa sembrare i rappresentanti della suddetta (spregevole) categoria dei veri e proprio gentlemen.

Ragazzi che si decidono a chiudere una relazione che si trascina, ormai morta, da anni (mentre sono mesi che credono di rendersi affascinanti e tenebrosi con il sospirare, ogni tre per due - meglio se nelle vicinanze di un paio di occhi azzurri cui non daremo nome - che "le cose non vanno"). Che giocano all'uomo-con-un'anima-e-una-coscienza ("soffro, soffro"), facendo però nel frattempo capire al paio di occhi azzurri che sono pronti a rifarsi una vita con una che sia finalmente degna del loro amore, che già si fanno chiamare "marito" (chissà cosa ne direbbe quel frigido di Virgilio, che, si ricorderà, lo rimproverava a Didone, che ne aveva per parte sua ben donde), che riversano i loro millemila messaggi al paio di occhi azzurri. Che invitano il paio di occhi azzurri a uscire. E che poi comunicano tutti giulivi che sono tornati con l'ex (ma non si sopportavano mica più? Ma lui mica ci stava provando con l'altra?), e pretendono pure simpatia.

Ragazzi-vermi (largamente maggiorenni) che scaricano la ragazza con cui stanno da due anni con un sms (esistono davvero allora! Non sono un'invenzione della chick lit!), e che si rifanno vivi (se si può definire "rifarsi vivi" l'irrompere nella vita dell'ex sotto forma di bustina sullo schermo del cellulare), a distanza di ventiquattr'ore, solo per spargere sale sulla ferita e aggiungere insulti francamente inutili.

E fermiamoci qui.

Da dedicare a tutti quei "You-Know-Who" (il povero Voldemort ovviamente non c'entra) di cui (s)parliamo tanto volentieri. Con affetto, le mai più vostre Noi.


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