mercoledì 28 marzo 2012

Genève. Che tra parentesi, non trovate che l'ortografia francese sia v e z z o s a m e n t e irresistibile??! Genève, dicevo. Ma soprattutto tutt'altro.

Viuzza con luogo per avvinazzarsi e tavolini all'aperto, che fa molto francese.
Sì, è vero, Genève è in  Svizzera, ma avete visto bene la cartina?
E questo, non vi sembra francese?
(Mon Dieu, come suono provinciale)
Questo dovrebbe essere un post (in ritardo di almeno tre settimane) su Ginevra (non la futura figlia di A., ma la città), o meglio un post random (come al solito) con delle foto di (fatte goffamente dalla sottoscritta), perché si sa che le foto sono come le allitterazioni, allettano gli allocchi (Eco dixit).

Però ovviamente non ho voglia di rispettare i piani (sennò avrei almeno provato a scrivere qualcosa sotto il promettente titoletto Problématique del seminario prossimo venturo), quindi rassegnatevi, come al solito.

A.C. è partita esattamente tre settimane fa, mi ha già scritto una lettera, e io non ho ancora risposto. Non è che non abbia tempo (diciamocelo: il tempo per cazzeggiare lo trovo sempre), è che sono completamente presa nel vortice delle cose da fare. L'uni, e sudare al centre sportif con C. due volte a settimana, cenare con M., bere birra e scherzare con l'Architetto, gli antichisti locali, i corsi di francese, puntare la sveglia e passare un'ora a spegnerla ogni 8 minuti, procrastinare, prendere decisioni e non rispettarle, e poi la primavera, ovunque.

Primavera (allora in anticipo) a G.
Idem come sopra. Questa sarebbe (è) l'Università. Sì, parco compreso.
E poi si lamentano che hanno fama di fancazzisti, chissà perché.
E questa cosa per cui sto più o meno uscendo con uno, ed è successo praticamente senza che me ne accorgessi. E ci sto bene, e mi riempie di complimenti, epperò.

Epperò non mi convince, epperò non ho le farfalle nello stomaco, epperò non è il belga. E poi, vogliamo parlare dell'italiano incontrato a S. Patrizio? (No, non vogliamo. Anche perché a S. Patrizio tutto è lecito e nulla conta, se poi suoni è quasi sleale, se poi si finisce a ballare sui tavoli con noi che cantiamo Bella Ciao agli svizzeri che non sanno di che si tratti, allora è decisamente sleale) (tra l'altro. Dovrei fare una lista delle cose che... no beh, chiamiamole armi di seduzione improprie. E poi non frequentare più quelli che ne hanno più di due).

Il fatto è che ho avuto la mia cotta violenta pseudo adolescenziale prima di Natale, e per i prossimi cinque anni basta.

E forse non sentirsi così coinvolti ha i suoi vantaggi (li ha di sicuro), è solo che tutto questo va contro tutte le mie belle parole: che non ho paura di stare sola, che mi piace stare sola (è vero!), che non ho tempo da buttare con chi nonmifaimpazzire, e blabla. Per ora sono riuscita a mediare con la mia coscienza e la mia filosofia dicendomi che non è che io venga a patti per non stare sola, è che ci stiamo vedendo così, mica è qualcosa di serio, semplicemente, non voglio rinunciare a niente, che poi non è vero, ci sono un sacco di cose a cui voglio rinunciare e a cui rinuncio senza problemi.

E ci sono le amiche, migliori di me per mia fortuna, che mi fanno sentire in colpa con la loro maturità. Per ora io non ho ancora fatto nessun discorsoserio, beh, non ce n'è stato bisogno. So che prima o poi si imporrà una decisione, ma nel frattempo, che male c'è?, io p r o c r a s t i n o (come ho procrastinato a iniziare questo post e ora si va avanti che è un piacere, sarà che mezzanotte è passata, e noi si amano le contraddizioni - o si ha l'ispirazione solo quando si dovrebbe dormire prima delle lezioni dell'alba, non so).

E ora, foto a caso. No, niente cose turistiche, per carità.

Pseudo vandalismi pseudo intellettuali in Università.
Che però fa figo perché è in francese, e poi perché è à Genève.

Ebbene sì. Coup de foudre per la sottoscritta, ovviamente. 
 E come se non bastasse,  incitavano la gente a comporre bouquet di pastelli, sigh.
E la catalogazione dei colori, sospiro-di-desiderio.

Qualche scorcio banale...

Fine pomeriggio, cercando del tè.

Sera sbarluccicosa, tornando a casa.

... e una chiusura in bellezza:

Tende al museo. Ebbene sì, giusto per ricordarci che c'è SMT al varco.

PS: Calvino è la vera star della città. No, non Italo, l'altro, quello della religione (e della birra, che però è venuta dopo).



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