mercoledì 14 luglio 2010

belgium 2010

Belgium may be tiny, but its beers are big and bold.

Stanotte ho avuto un incubo. Un incubo universitario.
Era il primo giorno di specialistica. Venivo interrogata (come al liceo) dalla Moretti (non la birra, la prof), che mi chiedeva una cosa che non sapevo perché non l'avevo ancora studiata, e mi consigliava, poco gentilmente, di lasciar perdere con l'università. Prima di questo, o forse dopo, o durante (sapete come è strano il tempo nei sogni) pensavo che al termine dei due anni mi sarei potuta laureare con Lehnus (il Mostro Sacro di filologia classica); andavo da lui, e ancora una volta, venivo irrisa e disprezzata ("...si è appena laureata su Antigone? Ma sa dirmi di che cosa tratta il fr. 22 di Sofocle? NO?! Si vergogni, e se ne vada").

Stamattina all'alba sono stata svegliata da gatti gnaulanti. Innamorati o nemici, erano sotto la mia finestra, e mi hanno terrorizzato (salvandomi, se non altro, dalla riprovazione di professori con più sapienza che cuore).

Oggi, stando alle mie fonti, doveva esserci un open day in Statale. Forse era uno scherzo ben organizzato, perché FdP, a parte studenti sotto esame, era, come è giusto che sia al 14 luglio, deserta.

Ma poi tutto si è aggiustato.
Ho comprato una guida del Belgio (mi ero fissata che volevo la lonely planet: che ci crediate o no, in tutta la Feltrinelli ce n'era un'unica copia, ed esclusivamente in inglese!), la mia prossima (e ormai quasi imminente) meta di un viaggio un po' pazzo su due ruote. Sarà stupido, ma con la guida in mano, mentre leggiucchiavo e sbirciavo le cartine, mentre tornavo a casa, il viaggio mi è sembrato molto più reale e vicino. Non vedo l'ora.

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