lunedì 12 luglio 2010

incertezze e decisioni

Che sarà, che sarà, che sarà, che sarà della mia vita chi lo sa, so far tutto, forse niente, da domani si vedrà, e sarà, sarà quel che sarà.

Sono sempre stata una frana a decidere. Ci metto secoli prima di arrivare a una conclusione, e anche così il punto fermo rischia di essere più instabile del previsto. Di norma, però, dopo un lungo periodo di incertezza, arrivo a capire quello che voglio, e finalmente sono in grado di scegliere.

Milano o Pisa?
Pisa o Milano?

Ormai dovrei avere ben chiaro in mente dove voler trascorrere i due anni della specialistica.

Festa del Perdono o Via Galvani?
Rassicurante routine o nuovo mondo?

I miei spazi, i miei amici, il mio ragazzo, i miei compagni di corso, la mia casa, i miei genitori, le mie abitudini, il mio pianoforte, la mia tartaruga, il mio scaffale e i miei libri, il mio letto, il mio bagno, l'odore della mia cucina, il tragitto casa-stazione-università, i caffè al bar, i "soliti posti" e le "solite ore".

Nuova città, nuova casa, nuovi coinquilini, nuovi orari, nuovi amici, nuovi compagni, nuove abitudini, nuovi sapori, nuovi odori, nuovi posti.

Due anni non sono lunghi.
Ma due anni non sono nemmeno pochi. In fondo, mi sembra ieri che, finita la maturità, non sapevo che fare e trascinavo la mia estate nell'incertezza e nel dubbio. Questi tre anni sono una vita intera.

Io voglio vivere di avventure, ma forse sono una codarda, perché ne ho anche paura.

Paura di essere un peso ancora maggiore per i miei. Paura di perdere quello che ho. Paura della lontananza e della solitudine, del magone e della malinconia. Paura di dimenticare e farmi dimenticare. Paura di essere inadeguata, e di non avere il mio cuscino in cui affondare la faccia.

Ma poi come posso dirmi adulta se non voglio osare?
E davvero è solo osare che importa?

Milano o Pisa?
Pisa o Milano?

Nessun commento:

Posta un commento