Ci siamo. Ormai è da Natale (no, molto prima) che ci penso, e da mesi che ci fantastico su.
Sono a Losanna, che è come dire in un paese in uno Stato fuori dall'Europa pur essendo al centro dell'Europa. Sola. Per la prima volta, sono completamente sola.
E questo mi spaventa e mi esalta in pari misura. Logico, a casa sembra sempre tutto meraviglioso.
La realtà è che questo è il mio terzo giorno qui, ed è cambiato tutto.
Troppi cambiamenti e troppo in fretta.
Da zitella felice e pronta a partire nel mondo sconosciuto, eventualmente incontrando diversi affascinanti sconosciuti lungo la strada, mi trovo più o meno impegnata, in una situazione non definita e che non so come definire.
Da "unica del mio corso a non portare gli occhiali" mi ritrovo giovedì pomeriggio (il giorno prima della partenza) a sentirmi dire: "li devi togliere solo per dormire e lavarti la faccia". Quando la mattina ti svegli, e solo dopo esserti vestita ti ricordi che c'è un'altra cosa da fare, e indossi gli occhiali, e ti rendi conto che quella non è la tua faccia, il fatto di trovarsi in un altro Stato passa in secondo piano o quasi.
Che, in un certo senso, per fortuna che sono dovuta correre dall'ottico supplicandolo di farmi subito un paio di occhiali ("Certo, scegli la montatura...": seguono incomprensioni madre/figlia. "Ma perché non vuoi questi con la montatura sottile? Sono così BELLI, ti stanno così BENE!" "Perché sembro una bambina delle elementari, ecco perché. Mi dia quelli da nerd"; "Ma... perché neri?!" "La mia giovinezza è finita. Sì, mi piacciono questi, sembro una prof acida e cattiva" "Tu... mi spezzi il cuore!" "Vabbè. Posso prenderli?" "Sì, almeno non sono TROPPO squadrati. E c'è un po' di bianco a darti un'aria meno truce". "Ah-ha. Sono D&G comunque." "COSA?!").
Perché mentre madre e figlia siedono in attesa, si scopre che alla dogana, in Svizzera, fanno storie se hai la carta d'identità rinnovata con un timbro. Gli elvetici, bontà loro, hanno deciso che il timbro di rinnovo per 5 anni, il timbro, sottolineo, dello Stato italiano, non è valido. Quindi, venerdì mattina tutti in piedi alle 7, alle 9 pronti con le valigie in macchina ad aspettare di fare le fototessere, poi in attesa fino alle dieci di fronte all'anagrafe... e finalmente si parte! (Ovviamente, nessun doganiere "Hans" ci ha fermato chiedendoci la carta. vibrate proteste dal sedile posteriore: "Ma come, finalmente ho una foto semi decente e nessuno al vuole vedere??!")
La madre non ritiene sia necessario spendere 40 CHF di vignetta per la figlia, quindi niente autostrada. Si fa quella che si scopre essere la via del vino (il celebre vino svizzero, tra l'altro... bah).
Seguono due giorni di sopravvivenza, con momenti di esaltazione e alcuni di panico.
Oggi test, da domani si comincia.
On y va!
Sono a Losanna, che è come dire in un paese in uno Stato fuori dall'Europa pur essendo al centro dell'Europa. Sola. Per la prima volta, sono completamente sola.
E questo mi spaventa e mi esalta in pari misura. Logico, a casa sembra sempre tutto meraviglioso.
La realtà è che questo è il mio terzo giorno qui, ed è cambiato tutto.
Troppi cambiamenti e troppo in fretta.
Da zitella felice e pronta a partire nel mondo sconosciuto, eventualmente incontrando diversi affascinanti sconosciuti lungo la strada, mi trovo più o meno impegnata, in una situazione non definita e che non so come definire.
Da "unica del mio corso a non portare gli occhiali" mi ritrovo giovedì pomeriggio (il giorno prima della partenza) a sentirmi dire: "li devi togliere solo per dormire e lavarti la faccia". Quando la mattina ti svegli, e solo dopo esserti vestita ti ricordi che c'è un'altra cosa da fare, e indossi gli occhiali, e ti rendi conto che quella non è la tua faccia, il fatto di trovarsi in un altro Stato passa in secondo piano o quasi.
Che, in un certo senso, per fortuna che sono dovuta correre dall'ottico supplicandolo di farmi subito un paio di occhiali ("Certo, scegli la montatura...": seguono incomprensioni madre/figlia. "Ma perché non vuoi questi con la montatura sottile? Sono così BELLI, ti stanno così BENE!" "Perché sembro una bambina delle elementari, ecco perché. Mi dia quelli da nerd"; "Ma... perché neri?!" "La mia giovinezza è finita. Sì, mi piacciono questi, sembro una prof acida e cattiva" "Tu... mi spezzi il cuore!" "Vabbè. Posso prenderli?" "Sì, almeno non sono TROPPO squadrati. E c'è un po' di bianco a darti un'aria meno truce". "Ah-ha. Sono D&G comunque." "COSA?!").
Perché mentre madre e figlia siedono in attesa, si scopre che alla dogana, in Svizzera, fanno storie se hai la carta d'identità rinnovata con un timbro. Gli elvetici, bontà loro, hanno deciso che il timbro di rinnovo per 5 anni, il timbro, sottolineo, dello Stato italiano, non è valido. Quindi, venerdì mattina tutti in piedi alle 7, alle 9 pronti con le valigie in macchina ad aspettare di fare le fototessere, poi in attesa fino alle dieci di fronte all'anagrafe... e finalmente si parte! (Ovviamente, nessun doganiere "Hans" ci ha fermato chiedendoci la carta. vibrate proteste dal sedile posteriore: "Ma come, finalmente ho una foto semi decente e nessuno al vuole vedere??!")
La madre non ritiene sia necessario spendere 40 CHF di vignetta per la figlia, quindi niente autostrada. Si fa quella che si scopre essere la via del vino (il celebre vino svizzero, tra l'altro... bah).
Seguono due giorni di sopravvivenza, con momenti di esaltazione e alcuni di panico.
Oggi test, da domani si comincia.
On y va!
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