lunedì 26 settembre 2011

Home is where your spaghettiera and moka are.

E non c'è niente da aggiungere, è quasi mezzanotte e voglio andare a dormire, da domani si inizia (forse) sul serio. Ma un post lo voglio scrivere (questo è in travaglio da un paio di giorni, e ce n'è un altro che è praticamente già pronto ma che non c'entra niente).

Sono gelosa del bellissimo blog che ha aperto A.G. per il suo Erasmus, anzi, sono gelosa della sua costanza (ho accarezzato pure io l'idea di aprirne uno solo per l'esperienza lausannoise, ma riuscirei a scriverci tutti i giorni??), nonché della sua macchina fotografica funzionante.

Mi gusto la solitudine del mio studiò, che forse è già un po' casa.

C'è il mio copripiumone sul letto, e il plaid blu con le stelle (comincia a fare freschino) che di solito sta sul divano bianco e che è il mio preferito. C'è la mia sveglia, la spaghettiera, la moka. Ci sono i piatti ovali, le due tazze bianche per il thè, i vocabolari di greco e latino (con le rispettive grammatiche pluriennali). Ci sono le mie cose sparpagliate nel solito caos, c'è il poster con le foto delle persone a cui tengo di più (e che mi mancano).

Poi, c'è un cucinino con un tavolo quadrato, e un bagno senza finestra (e senza bidet, che inciviltà). Una camera spaziosa con un piccolo armadio. Una tendina blu. Un biglietto sulla scrivania, viene da Amsterdam e dice: "Dear Giulia, welcome to your new home" (era nella cassetta delle lettere, ad aspettarmi). Una connessione (ovviamente, e finalmente!) Dei nuovi acquisti, due scatoloni colorati, una lampada da nerd, una piantina dal nome buffo. Ci siamo adottate a vicenda.

Questa è casa mia (c'è la pasta dell'alce nero in dispensa), e non lo è ancora (che razza di pavimento è questo??). C'è il rumore della strada sotto casa, e vicini sociopatici, e tanto grigio.

Ma spero che ci vivrò bene, e che mi divertirò.

In università la scorsa settimana ho sentito un pianoforte misterioso suonare, ho visto delle pecore pascolare (sul prato), ho bevuto una Kwak a 4 CHF, ho avuto una paura folle, e una gran voglia di stupire tutti, compresa me stessa.

Non sono assolutamente pronta, quindi è tempo di tuffarsi.

Bonne nuit.


1 commento:

  1. Come capisco il senso di smarrimento al trasferimento (se come credo è un po' quello che stai sentendo tu!)
    L'ho provato anch'io, quando mi sono trasferita a Milano, quando ho cambiato casa a Milano e quando sono venuta a Pisa.
    Ma poi la casa che non è la tua casa incomincia ad assomigliare a te sempre di più, il grigio inizia a far parte del paesaggio e scopri che il cielo è azzurro anche lì, e poi conosci altre persone, che faranno diventare il posto nuovo se non stupendo, almeno accettabile, gradevole ;)
    Vai Giulia! andrà tutto per il meglio!

    Alice

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